Ca’ Roman – Una spiaggia per fratini e fraticelli

OASIS 1989 – N 47

L’istituzione di una “fascia di rispetto” premia la fiducia di questi uccelli dopo le stragi passate.

Nelle domeniche di quest’inizio estate ’89, Cà Roman ha “un non so che” di strano e inusuale per una spiaggia italiana. Davanti al litorale sabbioso che si allunga per un chilometro dal muraglione dei “Murazzi!’ alla diga del porto di Chioggia sono ormeggiate (e questo è “normale”) un centinaio di piccole imbarcazioni, tra cui alcune tipiche della laguna di Venezia come sampierote, cofani e tope.

  Poi, sulla battigia, uno sfumato rettangolo lungo quasi tutta la spiaggia e largo più o meno una ventina di metri ospita un migliaio circa di bagnanti: c’è chi fa il bagno, chi prende il sole, chi gioca a palla, ma c’è anche un’insolita minoranza che scruta coi binocoli la lunga striscia di spiaggia “deserta” che da questo popoloso rettangolo si spinge per una settantina di metri fino ai primi ciuffi di ammofila che segnano l’innalzarsi delle dune. Basta un po’ di attenzione per accorgersi che proprio su questa striscia di spiaggia “desertica” succede qualcosa di particolare: è un continuo alzarsi e posarsi di piccoli uccelli bianchi col capo nero, dal battito d’ali rapido e sicuro. E guardando più attentamente si scoprono anche degli altri uccelli, più piccoli, color sabbia, che corrono veloci tra i ciuffi fioriti di ruchetta e soldanella di mare. Sono i fraticelli (Sterna albifrons) e i fratini (Charadrius alexandrinus) venuti qui come ogni anno per nidificare e che questa volta hanno finalmente trovato un tratto di spiaggia riservato per loro. Come i lettori di Oasis già sanno (n. 3/87 e Oasis Ambiente n. 10/87), in passato l’esito della nidificazione di queste colonie era stato pesantemente compromesso dall’irrazionale e disordinata utilizzazione della spiaggia nel periodo balneare: pulcini e uova venivano calpestati dagli ignari bagnanti o abbandonati dai genitori impossibilitati a tornare al nido perché le dune si trasformavano in un circuito di motocross.

  Finalmente, la fiducia e testardaggine di questi uccelli che nonostante le stragi subite sono sempre tornati a Cà Roman, sono state ricompensate. Le continue e appassionate sollecitazioni della LIPU di Venezia hanno spinto l’Assessorato all’Ecologia del Comune di Venezia a elaborare un piano di tutela della spiaggia di Cà Roman istituendo una fascia di rispetto, delimitata da pali segnaletici, lungo il tratto di spiaggia su cui nidificano le colonie di uccelli.

I’accesso a tale zona è vietato nel periodo compreso tra il 15 aprile e il 15 luglio, mentre restano accessibili al transito pedonale e alla balneazione una lunga fascia parallela alla zona di battigia e tre sentieri di attraversamento.

  La sorveglianza e l’indispensabile opera d’informazione e sensibilizzazione degli utenti della spiaggia sono state affidate alla LIPU di Venezia; considerato il ritardo con cui è stata messa in opera la tabellazione esplicativa prevista nel progetto, l’impegno personale dei soci LIPU, coadiuvati da alcuni componenti del gruppo veneziano dellA.F.N.I. e da altri appassionati è stato davvero determinante per la buona riuscita dell’operazione. Con soddisfazione si è constatato che la maggior parte delle persone ha risposto con interesse e maturità alle spiegazioni dei volontari, e per molti questa è stata l’occasione per scoprire con stupore che lo spettacolo della nidificazione delle colonie di uccelli marini non è esclusivo appannaggio degli atolli corallini e delle isole di sogno dei mari tropicali.

Continua ……..

Articolo completo

 



error: Content is protected !!